Come si festeggia il Natale nel mondo? Come dicono "Buon Natale"?

Sappiamo ormai tutti che tra meno di 1 mese sarà Natale e quindi volevo scoprire e condividere con voi questa importantissima festività religiosa; o meglio, scoprire come si festeggia e le espressioni usate negli altri paesi per tradurre il nostro "buon natale e felice anno nuovo!".

                                   



NATALE IN GERMANIA (Froehliche Weihnachten)

Il periodo natalizio inizia già a novembre. Il giorno di San Martino l’ 11/11 le scuole organizzano per il tardo pomeriggio delle processioni dove i bambini portano delle lanterne, che hanno costruito con l ‘aiuto dei maestri, e che servono per illuminare la strada a San Martino. Il 6 Dicembre arriva San Nicola che porta ai bambini dei cioccolatini o delle casette fatte con il pan speziato e altre bontà da mangiare. Nel periodo dell’ avvento vengono fatte delle ghirlande dove poi nelle quattro domeniche precedenti il Natale vengono messe delle candele e si addobba la casa. Il 24 dicembre si addobba l’albero e alla sera arriva il Christkind (il Bambino Gesù) e in alcuni luoghi Babbo Natale per consegnare i regali. In questo giorno la tavola viene guarnita con particolare cura e si mangia l’ Oca Arrosto o la Carpa Blu.

La Germania è la patria dei mercatini di Natale e ogni sua città ne ospita uno. Non sono solamente delle usanze del periodo prenatalizio, ma sono anche delle vere e proprie feste popolari tra le più radicate e amate. Il mercatino più antico è quello di Dresda, nato intorno al 1434, e da allora la tradizione dei “Weihnachtsmarkt” (mercato di Natale) o “Christkindlsmarkt” (mercato di Gesù bambino) è arrivata in tutto il mondo. Quelli di Norimberga e Berlino attraggono milioni di visitatori, quelli di Stoccarda e Monaco sono un vero luogo di culto, che uniscono shopping, tradizioni, specialità gastronomiche locali e Gluhwein (vin brulè).

NATALE IN GRAN BRETAGNA (Merry Christmas)

Fu sant’Agostino da Canterbury (534-604) a introdurre la tradizione natalizia allorché, con i suoi monaci, fu inviato da papa Gregorio Magno a svolgervi la propria missione apostolica, verso la fine dei VI secolo (597), per questo le tradizioni natalizie non si distaccano molto da quelle degli altri paesi. Per i bambini il Natale comincia già a novembre quando iniziano a scrivere la lista dei regali che vogliono ricevere e i negozi addobbano le vetrine con temi natalizi. Da dicembre si inizia ad aprire il calendario dell’avvento e due settimane prima di natale si inizia a decorare la casa e l’albero, che viene abbellito con luci e fiocchi. La sera della vigilia, i bambini appendono delle calze per Father Christmas e per ringraziarlo dei regali gli lasciano un bicchiere di latte e un dolce (mince pie) e per la renna Rudolph lasciano anche una carota. Il giorno di Natale è il più bello perchè si aprono tutti i regali che Babbo Natale ha lasciato dentro un sacco sotto all’albero. In ogni casa l’albero di Natale occupa il posto d’onore. Persino l’austera città londinese si riempie delle festose luci di multicolori lampadine che addobbano un gigantesco albero allestito per la strada. Mentre sarà Father Christmas (Babbo Natale), passando per il camino con il sacco dei doni, a portare ai bambini inglesi i regali che riporrà nelle calze ordinatamente.

NATALE IN IRLANDA (Nollaig Shona Dhuit)

Un tempo la caccia allo scricciolo era una tradizione seguita il 26 dicembre in tutta l’Irlanda. Il motivo di tanto accanimento contro questo uccellino è da ricercare nella leggenda che accompagna il martirio di Santo Stefano. Si narra infatti che il Santo si fosse nascosto dietro un cespuglio per sfuggire ai suoi persecutori, ma fosse stato scoperto a causa di uno scricciolo che volò via dal nascondiglio svelando quindi la presenza del martire. Per questo motivo il 26 dicembre di ogni anno, gruppi di uomini ricordano questo episodio, fingendo di dargli la caccia, di catturarlo e poi di condurlo legato ad un bastone di casa in casa cantando e facendo la questua. Naturalmente è solo una finzione: oggi nessuno scricciolo deve temere per la propria incolumità, ma è comunque costume diffuso che uomini mascherati con abiti vecchi vadano di casa in casa offrendo canti ed intrattenimento.

NATALE IN POLONIA (Wesołych Świąt i Szczęśliwego Nowego Roku)

In Polonia l’albero di Natale si addobba il giorno della vigilia, cioè il 24 dicembre. In questo giorno si mangiano solo cibi magri come il pesce o la verdura e comunque non si usano i grassi come burro o olio neanche per fare i dolci. La vigilia di Natale è chiamata “Festa della Stella”, e la tradizione vuole che, sino a quando non compare in cielo la prima stella, non si debba iniziare la cena. In questa stessa notte arriva anche Babbo Natale e porta i regali ai bambini. Spesso a Natale in Polonia c’è molta neve e a molti piace andare fuori per accendere un bel fuoco ed arrostire delle salcicce mentre i bambini vanno con lo slittino.

NATALE IN ROMANIA (Crăciun fericit și An Nou Fericit)

Negli anni passati i Rumeni-Tedeschi non celebravamo l’avvento. Le domeniche d’avvento non erano diverse dalle altre domeniche dell’ anno. I preparativi per il Natale iniziavano solo un paio di giorni prima della Vigilia. A scuola insegnavano la storia di Gesù, poi di solito si faceva una rappresentazione e ogni bambino svolgeva un ruolo. Anche la preparazione dei vestiti era entusiasmante perchè li cucivano le loro mamme. Il 24 dicembre, di pomeriggio andavano poi per le strade del paese e bussavamo alle porte delle case per chiedere se ci facevano entrare. Di solito la gente apparecchiava nella sala un tavolo con una tovaglia bianca. I bambini si mettevamo intorno al tavolo e recitavamo la storia della nascita di Gesù. Alla fine dell’esibizione quasi tutti ci davano dei soldi, e al Bambino Gesù davano anche un regalo in un sacchettino. Alla sera, quando avevano finito si riunivano tutti in una casa a mangiare wurstel e pane. Poi dividevano i soldi e i regali che aveva ricevuto il bambino Gesù. La Vigilia non era però ancora terminata, bisognava andare alla messa e lì; fare di nuovo la rappresentazione della nascita di Gesù per tutti i fedeli. Al ritorno a casa trovavano poi l’albero di natale decorato con bastoncini di zucchero e cioccolatini e se ai genitori erano rimasti dei soldi c’erano anche dei regali. Oppure la mattina seguente trovavano le calze piene di dolcetti e delle buste piene di mele e mandarini (e qualche volta anche con delle monete) da parte dei padrini. Il Natale è sempre stata una festa molto bella trascorsa insieme alla famiglia e ai parenti. Anche quando in Romania c’era il regime comunista, che cercava di tenere i bambini lontani dalla chiesa, il Natale era una festa troppo bella per rinunciarvi e così è sempre stata festeggiata.

NATALE IN SPAGNA (Feliz Navidad y Feliz Año Nuevo)

A Barcellona è costume il 28 dicembre “los Reyes”, cioè i re magi, che naturalmente fanno un arrivo alla grande con quella che si chiama la cavalcata de los reyes. Ce ne sono varie in tutte le città spagnole, in Barcellona stessa ce ne sono diverse anche se la maggiore li fa partire dal mare per finire poi al Parco della cittadella. In quel giorno sfilano quindi carri bellissimi con i re magi sopra che distribuiscono caramelle tirandole giù dal carro; tutti aspettano il corteo e lo seguono raccogliendo dietro il loro passaggio caramelle di ogni tipo. Adesso anche Babbo Natale con il consumismo comincia a portare qualche regalo la notte di Natale, però essenzialmente tutto si svolge il 06 gennaio.

NATALE IN SVEZIA (God Jul och Gott Nytt År)

Durante il periodo natalizio le case vengono addobbate con decorazioni fatte con la paglia, con dei fiori soprattutto rossi, ma anche rosa, bianchi oppure blu chiaro, e con dolcetti speziati che poi vengono appesi. I bambini usano il calendario dell’avvento per contare i giorni fino a Natale e ogni giorno aprono una finestrella. L’albero si addobba il giorno prima di natale. La sera di Natale si mangia una minestra di riso, delle polpettine e salcicce. Dopo la cena solitamente ci si riunisce intorno all’albero per cantare. Solo a questo punto arriva Babbo Natale. Durante il periodo natalizio in Svezia c’è un’altra bella festa che è molto sentita: Santa Lucia. Questa festa si celebra il 13 dicembre quando c’è il solstizio d’inverno. Di solito in una famiglia è la figlia maggiore che si veste come Santa Lucia, cioè con una tunica bianca, una cintura rossa e in testa una corona con delle candele accese e porta un vassoio con dei dolci e li offre a tutta la famiglia.

NATALE IN FINLANDIA(Hyvää Joulua ja Onnellista Uutta Vuotta)

In Finlandia ci si prepara al Natale già un mese prima dell’avvento. La vigilia di Natale, prima dell’arrivo di Babbo Natale, nelle famiglie si consuma il tradizionale pasto natalizio a base di prosciutto, patate elaborate al forno, salmone e crema di riso al latte. Al giorno d’oggi sulle tavole natalizie finlandesi è presente anche il tacchino. Un ‘altra usanza della vigilia è quella di recarsi al cimitero a visitare le tombe dei propri cari. Nella serata si fa la sauna e poi in tutte le case arriva Babbo Natale, che entrando dalla porta di casa prima di consegnare i regali a chi se li meritano chiede: “Abitano qui bambini “bravi ?” Oltre al classico albero di Natale, viene preparato all’esterno delle case un secondo alberello per… gli uccellini. Si tratta, infatti, di un covone di grano legato ad un paio e addobbato con semi appetitosi.

NATALE IN AUSTRIA

La Natività in Austria è annunciata da squilli di tromba dall’alto delle cattedrali. L’Austria cattolica vanta la pastorale più celebre e più cara : “Still Nacht”, che noi conosciamo come “Astro del Ciel”. Questa meravigliosa canzone fu eseguita per la prima volta nella chiesa di S. Nicola a Obendorf, vicino a Salisburgo. Era la vigilia di Natale del 1818. Oggi non esiste paese ove non si canti questa dolcissima canzone natalizia. Nel Tirolo, é sempre viva la tradizione dei presepi realizzati con figurine di legno intagliate dai più bravi artigiani. Le ragazze, alla vigilia di Natale, preparano il famoso strudel, un dolce caratteristico a base di frutta e noci e confezionano pacchetti per i poveri che visiteranno il giorno di Natale. I montanari, invece, tornando dalla Messa, portano alle loro bestie il sale benedetto. Gli austriaci sono persone molto delicate e gentili e, ricordandosi di chi non festeggia il Natale in casa propria, illuminano ogni stazione ferroviaria per augurare un gioioso Natale ai viaggiatori. A Vienna c’é la tradizionale passeggiata al parco pubblico dove i ragazzi e anche gli adulti, distribuiscono briciole di pane agli uccelli. A Salisburgo l’albero e il presepe si allestiscono in maniera del tutto singolare. Una costruzione che raffigura la storia dell’umanità, inizia con l’avvento. Partendo dalla rappresentazione del peccato originale, si va su, giorno per giorno, con rappresentazioni del profeta Isaia, dell’Annunciazione in terra, fino alla nascita del Redentore. A Natale viene deposto il Bambino, mentre la grotta é sormontata da una splendida e lucente stella. L’effetto é fantastico quando tutta questa piramide é illuminata.

NATALE IN FRANCIA (Joyeux Noël et Bonne Année)

Nella notte di Natale, Gesù Bambino passa nelle case a distribuire i regali che riporrà nelle scarpe dei bambini. Inoltre, durante la sua visita appenderà dolci e frutta all’albero di natale. Un dolce natalizio molto diffuso nelle famiglie francesi è una torta che nella forma richiama al ceppo che, soprattutto un tempo ma ancora adesso nelle campagne, viene acceso per riscaldare Gesù Bambino. Il presepio anche in Francia occupa un posto privilegiato, molto belli e famosi sono i presepi della Provenza, composti da statuine in argilla che vengono vestite con costumi realizzati con grande precisione e realismo con aggiunta degli attrezzi da lavoro o accessori vari. Insieme a Gesù Bambino, Maria, Giuseppe e i re Magi trovano posto altre statuette che rappresentano le persone più comuni mentre svolgono la loro attività.  La statuetta è chiamata Santoun che in lingua provenzale vuoi dire « piccolo santo».  La “galette des rois” (torta dei re) è un delizioso dolce fatto di pasta sfogliata con dentro crema alla mandorla. Dentro è nascosta una figurina di gesso verniciato o ceramica che si chiama la “fava”. Il giorno dell’Epifania, il più giovane dei conviviali va sotto il tavolo. Qualcuno taglia la torta., coperta da uno strofinaccio, in modo che il tagliatore non possa sapere in che porzione si trovi la fava. Ma, chissà perché, la fava si troverà nella porzione del bambino che sta sotto il tavolo… Quando la torta è tagliata, si prende una porzione e si chiede al bambino sotto la tavola : “per chi è questa ?” Il bambino risponde : “Per mamma, papa, Zia Tizia, me, sorella o fratello ecc.”, nell’ordine che vuole lui. Quando tutte le porzione sono distribuite, si mangia. Quello che trova la fava è il re o la regina. Gli si mette sulla testa una corona di cartone dorato e si beve nell’onore del re o della regina.

NATALE IN ARMENIA

Per la Chiesa Armena la Nascita ha avuto luogo il 6 gennaio, giorno dell’ Epifania. La «leggenda» narra che i Re Magi hanno visto la Stella Cometa brillare al solstizio d’inverno. Si sono dunque messi in cammino per arrivare a Betlemme al momento della nascita, il 6 gennaio, con oro, incenso e mirra come regali.  Dato che dopo la diaspora gli armeni si sono istallati maggiormente nei paesi occidentali a forte componente cattolica e protestante, la festa di Natale ha luogo la notte del 24 dicembre. Agli inizi dell’immigrazione alcune famiglie si riunivano in un grande gruppo e questa era l’occasione per ritrovare i canti e le danze del proprio paese. Man mano che arrivavano i figli e i nipoti il circolo si è ristretto per diventare più famigliare. Il pasto natalizio, più copioso del solito, si svolge in famiglia con uno scambio di regali. Naturalmente è Garante Baba, stessa figura del Babbo Natale della tradizione cattolica, che li distribuisce. Non è raro interrompere la serata per andare alla messa di mezzanotte alla chiesa cattolica più vicina. Il pasto comincia con dei mézés, che corrispondono all’aperitivo, poi soudjour (salsicce speziate)), pasterma (fette di carne molto fini rivestite di pasta speziata), dolma (foglie di vite al riso), tourchi (verdure all’aceto), beurég (calzone al formaggio), uova sode, sardine all’olio, insalata di fagioli bianchi, formaggio bianco(féta)…A fine pasto la tavola è invasa da frutta secca, arancie e mandarini, che restano a disposizione fino alla fine della festa. Il caffè è servito con il dolce.

NATALE IN BIELORUSSIA

Natale ormai è alle porte, e lo si capisce dagli addobbi e luci che abbelliscono le strade, le vetrine e i negozi. In Bielorussia, si fanno preparativi per questa festa, sicuramente ci sarà tanta neve e i villaggi, con le sue piccole case di legno, le strade poco illuminate, in mezzo alla campagna, sembrerà una scena del presepe. Il presepe però non fa parte delle tradizioni del Natale ortodosso, diversa è anche la data di questa ricorrenza, infatti lo si festeggia il sette gennaio. Nelle famiglie, la sera della vigilia non si fa il cenone, ma c’è ugualmente una cena particolare, con sette pietanze diverse. Nessuna portata deve essere cucinata con la carne, ma solo con verdure e cereali. Sotto la tovaglia si mette un pò di fieno che il giorno di Natale viene raccolto e portato nella stalla perché protegga gli animali durante tutto l’anno. Sempre nel giorno di Natale i bambini si mascherano da spiriti o animaletti e vanno in giro per le case a fare gli auguri cantando canti che parlano della nascita di Gesù, in cambio ricevono caramelle, dolcetti e anche soldi.

NATALE IN LAPPONIA

Nel periodo natalizio si trasforma nel Paese del Natale. In questa meravigliosa terra nordica l’atmosfera è a dir poco magica, là dove l’inverno è lungo e il sole non sorge affatto e sono la luna, le stelle e, a volte, le magnifiche aurore boreali ad illuminare il paesaggio. Qui il Natale è una festività molto sentita che si apre tradizionalmente con la Dichiarazione della pace letta dal sindaco della città di Turku e trasmessa in tutta la Finlandia. Ma, ovviamente, è a Rovaniemi, patria del vecchio Babbo Natale, che si respira la vera essenza del Natale, dove tra canzoni natalizie, visite alle chiesa ed al cimitero e la classica sauna, si possono vivere in prima persona quelle tradizioni che fanno parte del Natale lappone che sorprendono e seducono tutti.

NATALE IN ALASKA

Nelle case si intonano canti classici e beneaugurali, sulla tavola sono già pronte le Frittelle con sciroppo d’acero, Cookies, la classica Piruk o torta di pesce e spesso salmone affumicato. In Alaska i bambini vanno di casa in casa portando una grande stella colorata sulla sommità di un bastone e cantano gioiosamente in attesa di una piccola offerta in denaro o dolci.

NATALE ALLE BAHAMAS

Un Natale diverso dagli altri, in un paradiso tropicale dove ci si può immergere in acque cristalline. Dicembre, quindi Natale, è proprio il periodo ideale ai caraibi, dove, a colorare di allegria il soggiorno, c’è il Junkanoo, una festa tribale, una parata con tanto di carri allegorici caratterizzati dai vari gruppi che sfoggiano costumi sfavillanti e danzano a ritmo di musica coinvolgono chiunque sia presente.

NATALE IN CANADA

In Canada si usa decorare la casa con addobbi natalizi come corone di alloro, luci colorate e con l’albero di Natale. La settimana prima di Natale si scrive la lettera a Santa Claus per dirgli quali regali si desiderano ricevere. I bambini appendono anche delle calze in modo che Babbo Natale le possa riempire con caramelle e cioccolatini. In alcuni paesi esiste ancora la tradizione per i bambini di andare a cantare di casa in casa le canzoni natalizie. Come compenso ricevono qualche moneta, o dei dolcetti o qualcosa di caldo da bere (in Canada a Natale fa veramente freddo e spesso è tutto ghiacciato). Il pranzo natalizio tradizionale consiste nel tacchino ripieno con contorno di patate e salsa di mirtilli. In alcune famiglie invece del tacchino si usa cucinare l’anatra arrosto.

NATALE AMERICANO

In America i festeggiamenti natalizi variano molto di zona in zona: magie d’inverno vi aspettano a New York, la città delle meraviglie, dove la stagione natalizia inizia ufficialmente il 26 novembre con l’arrivo di Babbo Natale sulla trentaquattresima strada per la tradizionale Macy’s Thanksgiving Day Parade. All’incrocio tra la Cinquantesima e la Quinta Strada spicca, in tutta la sua maestosità, l’albero di Natale, uno tra i più rinomati al mondo, quello del Rockefeller Center, la cui accensione è un appuntamento irrinunciabile per gli americani in generale, e per i newyorkesi in particolare, pronti ad ammirare le tantissime luci e le stelle di Swarovski che lo vestono di eleganza.

NATALE IN MESSICO

I giorni che precedono il Natale sono caratterizzati da una simpatica e popolare tradizione (risalente probabilmente alla metà dei XVI secolo), las posadas, che ripropone l’episodio dell’arrivo a Betlemme di Giuseppe e Maria e della loro ricerca di un luogo dove alloggiare. «Dar posada» vuol dire ospitare un viandante e, nella tradizione natalizia, la posada è l’abitazione stessa che accoglie i protagonisti della natività. In quest’occasione un corteo segue Giuseppe e Maria vestiti appropriatamente che vanno a chiedere «posada», cioè ospitalità, in una casa. Prima di arrivare alla casa, dove verranno accolti, si fermano a chiedere il permesso per alloggiare presso altre abitazioni con esito, però, negativo. Poi la processione riprende al suono degli strumenti musicali, intervallato da preghiere e canti di litanie. Finché, dinanzi alla porta della casa prescelta, al gruppo nella strada che domanda «posada» con un canto, risponde dall’interno dell’abitazione un secondo coro. Quindi viene aperta la porta per accogliere gli ospiti con Giuseppe e Maria. Dopo aver pregato tutti insieme, la famiglia ospitante offre dolci e bevande. Si termina con il gioco della pinata, una pentola di terracotta (pignatta) appesa ad una corda che un bambino bendato dovrà rompere colpendola con un bastone. Le pignatte sono piene di frutta, dolci e giocattoli.

NATALE IN ARGENTINA

Anche se l’ Argentina è all’altro capo del mondo, si può dire che il Natale viene festeggiato come in Italia. L’unica differenza è che in Argentina a dicembre è piena estate. Il giorno piu’ importante è il 24 dicembre, dove la sera si riunisce tutta la famiglia e solitamente si mangia l’asado (carne alla brace). Poi si brinda con panettone e spumante. Naturalmente nelle case si addobba l’albero di Natale, un albero di plastica, perchè quello vero si seccherebbe subito. Fino a pochi anni fa i regali li portavano i Re Magi a gennaio e i bambini lasciavano fuori dalla porta una scarpa e un pò di acqua e dell’erba per i cammelli. Negli ultimi anni è arrivata anche la tradizione di scambiarsi regali.

NATALE IN BOLIVIA

Come nel caso di altri paesi andini anche in Bolivia gioca un ruolo centrale il presepe, che si trova in tutte le case e in tutte le chiese. La notte del 24 ruota attorno alla Misa Del Gallo, al termine della quale in molte strade viene cosparso dello zucchero. I regali i bambini li ricevono all’Epifania, e la sera del 5 gennaio le scarpe dei piccoli, con dentro una lettera per i Re Magi, vengono messe fuori dalla porta. Durante la cena di Natale si mangia la picana, mais, carne di maiale, pomodori, cipolle, peperoni, zuppe e frutta.

NATALE IN BRASILE

Il Brasile è un paese ricchissimo di tradizioni assai lontane tra loro. Il presepe è diffusissimo nel nord-est del paese poiché qui (esattamente a Olinda, cittadina dello stato di Pernambuco) venne introdotto nel corso del Seicento dal frate francescano Gaspar de Santo Agostinho. La rappresentazione della nascita di Gesù Bambino è “arricchita” dalla presenza di alcuni zingari, che secondo la tradizione locale vogliono rapire Gesù. I regali ai piccoli li porta Papai Noel, versione carioca di Santa Claus. La messa di mezzanotte è seguita dal pranzo natalizio, la Ceia de Natal. Nelle più grandi città vengono innalzati grandi alberi arricchiti da centinaia di luci, e quasi dappertutto si svolgono processioni e cortei, alcuni sacri altri profani. Una delle manifestazioni più celebri (e pacchiane) è quella che si svolge allo stadio Maracanà di Rio de Janeiro, dove le autorità della città danno il benvenuto a Babbo Natale che arriva in elicottero.

NATALE IN CILE

In Cile i bambini attendono con ansia il Viejo Pascuero, una specie di Santa Claus andino molto simile al nostro Babbo Natale. Il cenone di Natale inizia alle luci dell’alba del 25 dicembre, dopo la conclusione della Misa del Gallo. Il dolce tradizionale cileno è il Pan de Pascua, una specie di pane dolce con frutta e biscotti.

NATALE IN COLOMBIA

L’accensione delle candele durante la festa dell’Immacolata Concezione: così inizia il Natale in Colombia. Con l’avvicinarsi del 25 di dicembre decine di candele vengono accese in ogni casa e invadono anche i bordi delle strade. Il 16 inizia la posada, non prima però di avere completato l’albero. La Noche Buena prevede lo scambio dei regali (portati da Gesù Bambino) e la messa di mezzanotte. Prima di andare a dormire si mangia l’ajiaco, una zuppa di patate, pollo e mandorle, mentre la bevanda tradizionale – piuttosto alcolica – è il Sabajòn (tequila, uova, latte, vino e whisky). Negli ultimi anni le tradizioni stanno cambiando on la comparsa di numerosi Babbi Natale e l’introduzione del tacchino ripieno nel pranzo di Natale.

NATALE A COSTA RICA

Tamburi e musiche tradizionali accompagnano in Costa Rica la tradizionale Posada, che inizia nove giorni prima di Natale. Diffusissimo anche il Nascimiento, vale a dire il presepe, mentre l’albero ha conosciuto negli ultimi anni una grossa diffusione soprattutto per merito di una numerosa comunità tedesca che vive in questo paese. Il cenone/pranzo di Natale è molto ricco, e il piatto principale è l’escabeche, uno sformato di carote, cavoli, peperoni, cipolle, piselli e aceto. Il dolce tradizionale si chiama invece Navideño. I regali vengono scambiati a Capodanno, mentre le feste vengono chiuse il 6 di gennaio con una grande parata di carri e musica.

NATALE IN BANGLADESH

Gli uomini dei villaggi di questo paese, in questo giorno di festa tagliano giovani alberi di banane nelle piantagioni, per poi ripiantarli a coppie lungo i sentieri che portano alle Chiese. Le grandi foglie vengono poi legate in modo da formare archi, sotto i quali vengono accese torce fatte con canne di bambù riempite di petrolio. In questo modo la via per raggiungere la Chiesa resta illuminata e ben visibile.

NATALE IN INDIA

L’India nel suo complesso non è un paese cristiano, eppure i festeggiamenti non mancano. A Goa in particolare, il paradiso fatato situato lungo la costa occidentale dell’India, il Natale è molto sentito e le strade si riempiono di gente vestita a festa che, dopo le processioni, si riunisce per la Missa do galo, la messa di mezzanotte nelle numerosissime chiese del posto.

NATALE IN ARABIA SAUDITA

La culla dell’Islam non riconosce il Natale quale sua festa ufficiale (e non ne avrebbe nemmeno motivo per farlo), ma, almeno ufficialmente, non lo vieta, ma i festeggiamenti dei pochissimi cristiani (stranieri, nella quasi totalità dei casi) si svolgono in forma estremamente privata. Niente luci o addobbi in Arabia Saudita quindi, se non nelle proprie case, unico luogo dove in maniera un po’ spartana si celebra la festività.

NATALE IN AUSTRALIA (in spiaggia)

Il Natale in Australia è davvero molto caldo e spesso le temperature sfiorano i 40 gradi. Nonostante la temperatura non si rinuncia al Tacchino Arrosto, carne di maiale al forno e prosciutto. Il dessert classico è il Pudding natalizio in cui spesso viene nascosta un nocciolina d’oro, portafortuna per chi la trova. Dal 1937 è in voga anche una tradizione molto singolare, per chi vive alle nostre latitudini, che porta turisti da tutte le parti di questo vastissimo paese a convergere sulla Bondi Beach, nelle vicinanze di Sidney, dove i bagnanti consumano il Pranzo di Natale in costume, tra un bagno in mare e l’altro. A Melbourne invece si svolge la suggestiva Carols by Candlelight. Decine di migliaia di persone illuminano la notte con candele, cantando sotto i cieli tersi delle notti australiane.

NATALE IN AFRICA

Un Natale molto particolare è quello dei paesi caldi africani che porta con sé delle atmosfere inaspettate come quello del Sudafrica; qui si è nel pieno dell’estate australe! Se vi trovate a Johannesburg potrete partecipare al Carols on the square, una manifestazione di ambientazione natalizia che si svolge il 7 Dicembre a Sandton, nella Nelson Mandela Square, decorata splendidamente con decine di alberi addobbati. Chiese festosamente abbellite, musica, processioni e parate caratterizzano anche le strade del Ghana, là dove il Natale è visto come un’occasione per andare a trovare parenti e amici lontani desiderosi di condividere un momento di convivialità e decorare insieme l’albero di Natale che, in questi casi, non è un pino ma bensì un mango.

NATALE IN CONGO

Questo giorno di Festa in Congo ed in molti altri paesi dell’Africa centrale e del sud inizia con gruppi di giovani che in una sorta di processione camminano per le strade dei paesi e dei villaggi cantando le canzoni classiche del Natale, anche quelle più classiche conosciute in tutto il mondo, come Jingle-Bell. Dalle prime ore del mattino, e fino al tardo pomeriggio, le persone vanno verso le Chiese e i luoghi di culto per portare doni e dare il benvenuto a Gesù. La Cena di Natale si svolge nella maggior parte dei casi all’esterno della propria casa, dove viene imbandita una tavola intorno alla quale siedono amici e parenti degli ospiti. Le ricette tradizionali sono il Tacchino, carni bovine arrosto, maialino da latte cotto sul fuoco, riso giallo con uva, budino di prugna e ortaggi.

NATALE IN GHANA

Chiese addobbate festosamente, musica, processioni e parate nelle strade: questo è il Natale in Ghana, non esattamente il centro del cristianesimo. Una festa che diventa anche un’ occasione per andare a trovare parenti e amici che vivono in villaggi diversi e lontani. Il pranzo di Natale prevede riso, pollo, agnello e frutta di ogni tipo. Nelle famiglie cristiane viene fatto l’albero, ma ovviamente non si tratta né di un pino né tanto meno di un abete: il mango è quello più diffuso.

NATALE IN KENYA

Le poche chiese cristiane del Kenya vengono addobbate con fiori coloratissimi, gli stessi che decorano i locali alberi di Natale. Le famiglie si riuniscono per il pranzo, mentre gruppi di ragazzini girano di casa in casa chiedendo piccoli doni e dolcetti. Il piatto tradizionale è il nyama choma, un arrosto di capra.

NATALE IN EGITTO

Un paese musulmano ma con una nutrita presenza cristiana, anche se di confessione copta. Il calendario in Egitto è diverso, e quindi Natale viene festeggiato il 7 di gennaio, ma le celebrazioni iniziano addirittura il 25 di novembre, quando da pranzi e cene spariscono per 40 giorni sia la carne che il latte. Il “digiuno” termina la sera del 6 gennaio. Il 7 gennaio si svolgono le celebrazioni religiose (a volte trasmesse anche dalla Tv di Stato), mentre il piatto tradizionale è il Fatta, ricetta a base di carne e riso. Da alcuni anni hanno fatto la loro comparsa anche gli alberi di Natale, rigorosamente artificiali.

NATALE IN COREA DEL SUD

A differenza dei vicini giapponesi in Corea il lato religioso del Natale è molto più sentito. Centrale è quindi la messa di mezzanotte, al termine della quale prima si celebrano anche i battesimi dei nuovi fedeli che hanno deciso di abbracciare il cristianesimo, poi si svolgono una serie di cori tradizionali improvvisati nelle strade delle città. Il pranzo prevede una torta salata a base di riso, il kimchi (verdure grigliate con spezie) e carni arrostite. Lo scambio dei regali rimane comunque una tradizione diffusissima.

NATALE NELLE FILIPPINE

Le celebrazioni natalizie qui, nel paese più cristiano di tutto il continente asiatico, cominciano assai presto. Come in altri paesi che hanno conosciuto la colonizzazione spagnola, centro di tutte le tradizione è la Misa de Gallo, la messa di mezzanotte che può durare anche fino all’alba. Numerose sono anche le rappresentazioni della Natività e delle peripezie della Sacra Famiglia che si tengono sino al giorno dell’Epifania. In ogni casa delle Filippine si trovano le lanterne di Natale, lampade colorate e decorate. Piatto tipico è il Bibingka, una torta salata a base di riso e verdura, assieme al quale si beve una particolare qualità di tè, il salabat.

NATALE IN NUOVA ZELANDA

Fiori viola e un nome quasi impronunciabile (Pohutokawa) per l’albero di Natale neozelandese. I trascorsi coloniali hanno portato anche in questa parte del mondo la tradizione di Babbo Natale. Il pranzo del 25 di dicembre, sulla tavola troneggia il tacchino con il budino di prugne con accanto piatti più tipicamente neozelandesi. Uno di questi è il Pavlova, una specie di meringa con fragole e kiwi. Da alcuni anni a questa parte si sta diffondendo l’abitudine di festeggiare con tutti i crismi un secondo Natale il 25 di luglio, quando l’emisfero Australe è in pieno inverno. Il Natale cristiano si festeggia nello stesso stesso periodo in cui la tradizione maori celebrava l’arrivo del mese di Hakihea, una sovrapposizione che ha creato anche un particolare mix culturale: da un lato gli “europei” hanno cominciato ad usare l’ hangi, una particolare pietra con un buco dentro con il quale si possono cuocere carni, verdura e frutta. I maori hanno arricchito la propria cosmogonia con un nuovo compito per Papatuanuku, la Madre Terra: la distribuzione dei doni ai bambini.

NATALE IN GIAPPONE

Può un paese che conta una percentuale di cristiani non superiore all’1% celebrare il Natale? Sì, e la prova vivente è il Giappone. Si tratta ovviamente di un Natale completamente spogliato dei suoi significati religiosi, mentre quelli più commerciali sono ben vivi. Centri commerciali e negozi fanno quindi sfoggio di un numero impressionante di Babbi Natale, personaggio per cui gli abitanti di questo strano paese impazziscono. Il vecchietto vestito di rosso qui viene chiamato anche Santa Kurohsu, e a volte viene raffigurato con un paio di occhi anche sulla nuca, una particolarità da attribuire al fatto che nel pantheon nipponico esiste una divinità – Hoteiosho – che porta dei regali ai bambini che si sono comportati bene, e che come caratteristica ha proprio un paio di occhi sulla nuca, con i quali può controllare meglio il comportamento dei piccoli. I giapponesi non vanno in Chiesa, non esiste un tipico menu natalizio, ma fanno regali in gran quantità. Una delle ragioni, ma certo non l’unica, è da ricercare nella presenza di una numerosa colonia americana che si è stabilita qui dopo la fine dell’ultima guerra mondiale. Tutte le decorazioni natalizie iniziano a sparire già il 26 di dicembre.

NATALE IN CINA

Il Natale in Cina riflette le particolari condizioni politiche del gigante asiatico. Qui i cristiani sono una piccolissima minoranza, ma possono festeggiare il Natale, anche se in maniera poco tradizionale. Le celebrazioni avvengono quasi esclusivamente nelle grandi città, perché lì si trovano i circa 4 milioni di cristiani cinesi. Quasi impossibile rintracciare un presepe, anche se non più tardi di tre anni fa una spedizione archeologica nella provincia dello Xian ha rinvenuto una natività in legno databile attorno all’800 d.C., poco più di un secolo più tardi rispetto alle prime testimonianza che garantiscono la presenza di monaci missionari in Cina. Esiste anche una sorta di Babbo Natale locale, chiamato Dun Che Lao Ren.

Commenti

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